Le riflessioni e le ricerche pedagogiche attuate in questi anni, hanno portato ad approfondire sempre di più la dimensione relazionale implicata nel processo educativo. L’organizzazione degli spazi, dei materiali e la documentazione pedagogica sono diventati così espressione della ricerca di una qualità di interazione col bambino caratterizzata dalla Presenza.
Penso che la complessità del mondo attuale chieda fortemente una ridefinizione di che cosa significhi educare e a cosa educare i bambini: abbiamo sperimentato e vissuto che questa ridefinizione problematizza e riporta, dentro al processo di crescita e apprendimento del bambino, il processo di crescita e di apprendimento dell’educatore stesso.
Ho voluto incrociare il percorso dei nostri pensieri con quello del progetto ‘ Senza Zaino’ che vede protagonisti interi plessi scolastici della Toscana, nel tentare di rendere le Scuole dei luoghi in cui vivere il senso di Comunità e di sviluppo dell’Esserci, da parte dei bambini, nella propria vita.
Incontrando il progetto ‘Senza Zaino’, abbiamo avuto la conferma che la cura della relazione e il rispetto del bambino possono essere tenute al centro di ogni contesto educativo, indipendentemente dallo spazio a disposizione, dalla rigidità dei curricula scolastici e dalle ore a disposizione.